Anteprima Le fiabe di Beda il Bardo, J.K Rowling

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simlyme
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 14:35




Ecco una delle cinque storie contenute nel libro. Spero vi piaccia^^

Introduzione

Le Fiabe di Beda il Bardo sono una raccolta di storie scritte per giovani maghi e streghe. Sono state popolari favole serali per secoli, perciò il Pen-tolone Salterino e la Fonte della Buona Sorte sono altrettanto familiari a molti studenti di Hogwarts quanto Cenerentola e la Bella Addormentata nel Bosco lo sono ai bambini Babbani (non magici).
Le storie di Beda assomigliano alle nostre favole per molti aspetti; per esempio, la virtù vi è generalmente ricompensata e la cattiveria punita. C'è però un'ovvia differenza. Nelle favole Babbane, la magia sta di solito alla radice dei problemi dei protagonisti: la strega cattiva ha avvelenato la me-la, o ha fatto dormire la principessa per cent'anni, o ha trasformato il prin-cipe in un'orribile bestia. Nelle Fiabe di Beda il Bardo, invece, incontria-mo eroi ed eroine in grado essi stessi di praticare la magia, ma che ciono-nostante hanno le nostre stesse difficoltà a risolvere i propri problemi. Le storie di Beda hanno aiutato generazioni di genitori magici a spiegare que-
sta triste verità ai loro figli: la magia crea tanti problemi quanti ne risolve.
Un'altra notevole differenza tra queste fiabe e le loro controparti Babba-ne è che le streghe di Beda sono molto più attive nel cercare la propria for-tuna rispetto alle nostre eroine. Asha, Altheda, Amata e Baba Raba sono streghe che prendono il proprio destino in mano, invece di farsi un pisolino secolare o aspettare che spunti qualcuno con la scarpetta che hanno perso. L'eccezione a questa regola, l'anonima fanciulla dello Stregone dal Cuore Peloso, si comporta più come una principessa delle nostre fiabe, ma nes-suno vive per sempre felice e contento, alla fine della sua storia.
Beda il Bardo è vissuto nel quindicesimo secolo e la gran parte della sua vita rimane avvolta dal mistero. Si sa che è nato nello Yorkshire e l'unica xilografia esistente lo mostra con una barba straordinariamente rigogliosa. Se le sue fiabe riflettono accuratamente le sue opinioni, doveva essere ab-bastanza bendisposto verso i Babbani, che considerava più ignoranti che malevoli; diffidava della Magia Oscura e credeva che i peggiori eccessi dei maghi derivassero da tratti fin troppo umani di crudeltà, apatia o arrogante abuso dei propri talenti. Gli eroi e le eroine che trionfano nelle sue storie non sono i più dotati di poteri magici, ma coloro che dimostrano maggiori gentilezza, buonsenso e ingegnosità.
Un mago dei giorni nostri che condivideva simili idee era, naturalmente, il Professor Albus Percival Wulfric Brian Silente, Ordine di Merlino (Pri-ma Classe), Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Su-premo Pezzo Grosso della Confederazione Internazionale dei Maghi, e Stregone Capo del Wizengamot. È stata ciononostante una sorpresa scopri-re, tra le molte carte che Silente ha lasciato in eredità agli Archivi di Ho-gwarts, una serie di commenti alle Fiabe di Beda il Bardo. Non sapremo mai se siano stati scritti per il proprio piacere o in vista di una pubblicazio-ne; ma per. gentile concessione della Professoressa Minerva McGranitt, at-tuale Preside di Hogwarts, siamo oggi lieti di pubblicare in questa sede i commenti del Professor Silente, insieme a una nuova traduzione del testo di Beda a cura di Hermione Granger. Confidiamo che le intuizioni del Pro-fessor Silente, che includono osservazioni sulla storia della magia, ricordi personali e informazioni illuminanti sugli elementi chiave di ogni fiaba, fa-ranno apprezzare a una nuova generazione di maghi e di Babbani Le Fiabe di Beda il Bardo. Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscere il Profes-sor Silente non può non credere che sarebbe stato felice di contribuire a questo progetto, dato che i diritti d'autore saranno donati al Children's High Level Group, che opera per aiutare i bambini in disperato bisogno di
essere ascoltati.
Ci corre l'obbligo di aggiungere una piccola osservazione alle note del Professor Silente. Per quanto possiamo arguire, le note furono terminate circa diciotto mesi prima dei tragici eventi che si verificarono in cima alla Torre di Astronomia di Hogwarts. Chi conosce la storia della più recente guerra tra maghi (per esempio chi ha letto tutti e sette i volumi sulla vita di Harry Potter) si accorgerà che il Professor Silente rivela qualcosa di meno di quello che sa - o sospetta - a proposito dell'ultima fiaba di questo libro. Il motivo di tale omissione sta, forse, in quanto Silente ebbe a dire sulla verità, molti anni or sono, al suo pupillo preferito e più famoso:
È una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con molta cautela.
Che siamo d'accordo con lui o meno, possiamo forse scusarlo per aver cercato di proteggere i futuri lettori dalle tentazioni in cui lui stesso era ca-duto e per le quali ha pagato un prezzo così terribile.
J.K. Rowling
2008
Nota alle note
I commenti del Professor Silente si rivolgono a un pubblico di maghi, perciò ho inserito occasionalmente la spiegazione di qualche termine o fat-to che potesse necessitare di un chiarimento per i lettori Babbani.
JKR

1
IL MAGO E IL IL
PENTOLONE SALTERINO


C'era una volta un vecchio mago gentile che adoperava la magia con ge-nerosità e saggezza a beneficio dei suoi vicini. Invece di rivelare la vera o-rigine del suo potere, egli fingeva che le pozioni, gli incantesimi e gli anti-doti gli sorgessero già bell'e fatti dal piccolo calderone che chiamava la sua pentola fortunata. Nel raggio di miglia, la gente veniva da lui con i propri problemi e il mago era lieto di dare una rimestata alla pentola e aggiustare ogni cosa.
Il mago, che era molto amato, visse fino a una notevole età, poi morì, la-sciando ogni bene all'unico figlio. Costui era di disposizione molto diversa dal suo gentile padre. Coloro che non sapevano praticare la magia erano, nella sua opinione, privi di alcun valore, e più d'una volta egli aveva litiga-to col padre per via dell'abitudine di quest'ultimo di dispensare soccorso magico ai vicini.
Alla morte del padre, il figlio trovò nascosto nella vecchia pentola un pacchettino, che recava il suo nome. Lo aprì, sperando che vi fosse dell'o-ro, ma invece c'era una pantofola morbida e spessa, troppo piccola per in-dossarla e senza compagna. Un frammento di pergamena all'interno della pantofola diceva: «Con la viva speranza, figlio mio, che tu non ne abbia mai bisogno».
Il figlio maledisse la mente rammollita del padre, poi gettò la pantofola nel calderone, deciso a usarlo d'ora in avanti come cestino per la spazzatu-ra.
Quella stessa notte una contadina bussò alla porta.
«Mia figlia si è riempita di verruche, signore» disse. «Vostro padre le mischiava uno speciale impiastro in quel vecchio pentolone...»
«Vattene!» gridò il figlio. «Che m'importa delle verruche della tua moc-ciosa?»
E sbatté la porta in faccia alla vecchia.
Immediatamente si udì un fracasso venire dalla cucina. Il mago accese la bacchetta e aprì la porta; con sommo stupore, vide la pentola del padre: le era spuntato un unico piede di ottone e saltellava sul posto, in mezzo alla stanza, producendo uno spaventevole baccano sulle pietre del pavimento. Il mago le si avvicinò meravigliato, ma fece un balzo all'indietro quando vide che l'intera superficie della pentola era coperta di verruche.
«Oggetto disgustoso!» urlò, e cercò prima di far Evanescere la pentola, poi di pulirla magicamente, infine di gettarla fuori di casa. Ma nessuno dei suoi incantesimi funzionò ed egli non poté impedire alla pentola di seguir-lo saltellando fuori dalla cucina e fino a letto, salendo fragorosamente i gradini di legno della scala.
Il mago non riuscì a dormire tutta la notte per il rumore della vecchia pentola verrucosa accanto al letto, e la mattina dopo quella riprese a saltel-lare dietro di lui fino al tavolo della colazione. Clang, clang, clang, faceva la pentola col piede di ottone, e il mago non aveva neanche assaggiato il porridge quando si udì bussare di nuovo alla porta.
Sulla soglia c'era un vecchio.
«È la mia vecchia asina, signore» spiegò. «S'è persa, o ce l'hanno rubata, e senza di lei non posso portare la roba al mercato e stasera la mia famiglia avrà fame».
«E io ho fame adesso!» ruggì il mago, e sbatté la porta in faccia al vec-chio.
Clang, clang, clang, faceva il piede d'ottone della pentola sul pavimento, ma ora al suo chiasso s'erano aggiunti i ragli di un asino e i lamenti di esse-ri umani affamati, che echeggiavano nelle profondità della pentola.
«Basta. Stai zitto!» strillò il mago, ma tutti i suoi poteri non servirono a far tacere il pentolone verrucoso, che gli saltellò dietro per tutto il giorno, ragliando e gemendo e sfracassando, dovunque egli andasse e qualsiasi co-sa egli facesse.
Quella sera bussarono per la terza volta alla porta, e sulla soglia c'era una ragazza che singhiozzava come se le si stesse spezzando il cuore.
«Mio figlio è malato grave» disse. «Per piacere, aiutateci. Vostro padre mi ha raccomandato di venire se avevamo...»
Ma il mago le sbatté la porta in faccia.
Allora l'insopportabile pentola si riempì fino all'orlo di acqua salata e sparse lacrime per il pavimento, senza perciò smettere di saltellare, raglia-re, gemere e produrre nuove verruche.
Anche se per il resto della settimana non vennero altri abitanti del vil-laggio alla casa del mago, la pentola lo teneva informato delle loro molte sventure. Nel volgere di pochi giorni, non si trattava più solo di ragli e ge-miti e lacrime e saltelli e verruche, ma anche di asfissie e vomiti e pianti di bambino, di uggiolii di cane, di rigurgiti di formaggio andato a male e latte inacidito e di un'invasione di lumache voraci.
Il mago non poteva dormire né mangiare con la pentola accanto, ma quella non ne voleva sapere di andarsene ed egli non aveva modo di farla tacere né di indurla a fermarsi.
Alla fine, il mago non resse più.
«Portatemi tutti i vostri problemi, tutti i vostri guai e le vostre disgra-zie!» urlò, correndo nella notte con la pentola che gli saltellava dietro lun-go la strada per il villaggio. «Venite! Lasciate che io vi curi, vi sistemi e vi consoli! Ho la pentola di mio padre e vi guarirò!»
E con l'abominevole pentola sempre alle calcagna, corse per la strada e gettò incantesimi in ogni direzione.
In una casa le verruche della bambina svanirono nel sonno; l'asina per-duta fu recuperata con un Incantesimo di Appello da un lontano roveto e atterrò dolcemente nella propria stalla; il bambino malato fu cosparso di dittamo e si svegliò, sano e roseo. In ogni casa colpita dalla malattia e dal dolore, il mago fece del suo meglio e gradualmente la pentola che aveva accanto smise di gemere e vomitare e tornò calma, lucente e pulita.
«Allora, Pentolone?» chiese il mago tremante, al sorgere del sole.
La pentola fece un ruttino, col quale rigurgitò la pantofola che il mago le aveva gettato dentro, e gli permise di infilargliela al piede di ottone. Insie-me, tornarono verso la casa del mago, il passo della pentola finalmente at-tutito. Da quel giorno, il mago aiutò gli abitanti del villaggio così come aveva fatto suo padre, per evitare che la pentola scalciasse via la pantofola e ricominciasse a saltellare.

A questo punto c'è il commento di Albus Silente che però non riporto. Vi invito a comprare questo libro è molto carino e per ancora un pò vi immerge nel mondo di Harry Potter^^
 
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~StellinaNelBlu~
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 19:02




Uuuuh che carino!
Spero di comprarlo presto!!! =)
 
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simlyme
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 19:22




siiii mentre le leggevo immaginavo di essere una piccola maghetta a cui si legge la fiaba ahah troppo forte xD
 
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°K!kka°
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 19:32




xD ma queste sono le storie di cui si parla anche nei libri di Harry Potter?? ^^
 
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simlyme
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 19:36




sisi sono proprio loro!!!!
 
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°K!kka°
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 19:37




hihi allora le devo prp leggere xD xD
 
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Johnk369
CAT_IMG Posted on 3/5/2014, 03:45




Really enjoyed reading ur blog. dcfckkdgfgde
 
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6 replies since 23/7/2009, 14:35   466 views
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